Bollette luce e gas: aumenti 2017 – Ultime notizie e aggiornamenti
Dal primo gennaio sono scattati i rincari. Dietro a tutto ciò c’è la strategia del governo di sostenere le imprese ma anche la maxi-speculazione a favore dei gestori… tanto per cambiare!
Cari Italiani, cittadini, pagatori di bollette: è terminato il 2016, un anno ricco di aumenti.
Brutte notizie in vista: i grandi gruppi elettrici hanno “girato” alle famiglie un miliardo di extra-debiti, l’esecutivo fa invece sconti alle imprese. Dal 1° gennaio, per la famiglia-tipo, la bolletta della luce costerà lo 0,9 per cento in più, mentre per la fornitura di metano l’aumento sarà pari al 4,7 per cento.
Ecco cosa prevede l’aggiornamento delle condizioni economiche di riferimento per le famiglie e i piccoli consumatori in tutela per il primo trimestre 2017, comunicato dall’Autorità per l’energia e gas.
Gli aumenti di luce e metano, si sommano a quello della tariffa del gas dello scorso settembre.
Aumenti della pressione fiscale, aumenti dei tagli alla sanità pubblica, aumenti dei posti di lavoro precari e ulteriori aumenti per milioni di consumatori della bolletta del gas del 5% e di quella elettrica dell’1%.
Un incremento dei prezzi indiscriminato per i consumatori, generato dall’applicazione della nuova struttura tariffaria della bolletta che – nonostante la riduzione dei volumi di energia elettrica distribuiti – riconosce la stabilità dei ricavi per le imprese distributrici e per il gestore.
Un aumento ingiustificato se teniamo conto anche della riduzione in bolletta di 1,3 miliardi di euro dei costi per l’incentivazione delle rinnovabili e del costo di dispacciamento ridotto di 3/4.
Questo è il consuntivo delle azioni di politiche energetiche messe in campo dal Governo Renzi che ha preso i soldi dalle tasche dei milioni di consumatori per metterli nelle casse dei distributori.
Nel 2002 per l’elettricità, spiega il Nens, si spendevano 647mila lire (circa 334 euro), mentre i dati pubblicati il 31 dicembre dall’Autorità dell’Energia parlano di una spesa fissata a 498 euro (+50% circa).
Andamento più contenuto per il gas, con la spesa annua passata da 1 milione e 700mila lire a 1.022 euro (+16%).
Nel 2016 la spesa per luce e gas da parte delle famiglia è rimasta pressoché invariata grazie ai risparmi accumulati nei primi mesi dell’anno. Ma perché luce e gas sono aumentati di nuovo?
- Secondo Repubblica, il rincaro dell’elettricità è dovuto al fatto che “la Francia ha fermato più di un terzo delle sue centrali atomiche (21 su 58) per controlli alle stretture che proteggono il noccio dei reattori”.
- Quanto al riscaldamento, l’Autorità per l’energia e il gas ha spiegato che “gli aumenti sono legati alla crescita della componente ‘materia prima’, ovvero all’aumento delle quotazioni del gas attese nei mercati all’ingrosso nel prossimo trimestre, anche per effetto della maggiore domanda dei mesi invernali“.
COSA CAMBIA – Da gennaio 2017 in bolletta ci saranno meno stime e sempre più consumi effettivi, grazie sia a tentativi di lettura più frequenti, con la registrazione di quelli non andati a buon fine, sia a nuove misure per la diffusione dell`autolettura. Sono alcune tra le principali novità approvate dall’Autorità in tema di fatturazione di periodo, valide per tutti i clienti domestici e piccoli consumatori del settore elettrico e gas, con l’obiettivo di migliorare il processo di fatturazione, rendendolo sempre più coerente ai reali consumi.
E’ previsto l’obbligo di emissione della bolletta entro 45 giorni dall`ultimo giorno fatturato (o altro termine indicato nel contratto di mercato libero), pena indennizzi automatici crescenti a favore dei clienti fino a 60 euro, nuove regole per la riduzione delle fatture miste (cioè con letture effettive e stimate insieme), rateizzazione obbligatoria per il venditore – anche nel mercato libero – nei casi di importi anomali o di mancato rispetto della periodicità di fatturazione.
NUOVE GARANZIE – Le nuove garanzie saranno valide per i regimi di tutela, per la Tutela simile e per il mercato libero (in questo caso con alcune possibilità di deroga) e si sommano agli interventi già approvati dall`Autorità per la fatturazione di chiusura, entrati in vigore lo scorso giugno, ora ricompresi nel Testo integrato in materia di fatturazione.
LA FATTURAZIONE – Le nuove regole in tema di fatturazione inoltre rappresentano il primo passo delle condizioni contrattuali standard che saranno parte integrante e non modificabile della futura offerta standard, differenziata solo nel livello di prezzo, che i venditori del mercato libero dovranno includere obbligatoriamente nel paniere delle proprie offerte, e che sarà definita con un prossimo documento di consultazione.
“Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla” (Martin Luther King)
Con l’arrivo della bella stagione e l’interruzione del riscaldamento, scatta – per i condomini che ancora non hanno provveduto a mettersi in regola – l’ultimo appello per intervenire in tempo utile sugli impianti termici e installare valvole e contabilizzatori, obbligatori dal 1° gennaio 2017.
La scadenza riguarda moltissimi italiani: una ricerca condotta prima dell’accensione dei termosifoni da un network di imprese lombarde attive sul fronte della sostenibilità, rivelava che oltre la metà dei palazzi con riscaldamento centralizzato ancora non erano in regola. Situazione che è rimasta invariata ad oggi, visto che con le caldaie in funzione è impossibile effettuare i lavori di adeguamento.
Occorre, infine, tenere conto che le termovalvole beneficiano della possibilità di detrazione fiscale. Queste le percentuali valide fino al 31 dicembre prossimo: al 65% in caso di contestuale sostituzione della caldaia; al 50%, come ristrutturazione edilizia, nel caso di interventi sui singoli caloriferi (IlSole24ore.com).
Altra magagna dietro l’angolo…
Questa volta parliamo qualcosa che interessa concretamente tutte le famiglie italiane: i contatori elettrici
Si, proprio quelle piccole scatolette che tutti abbiamo in cantina o sul balcone. I contatoti dovrebbero calcolare correttamente i nostri consumi per poter poi pagare una bolletta equa e corretta.
Ma chi controlla il loro effettivo funzionamento? Domanda legittima, visto che il panorama generale è molto confuso.
Partiamo dall’inizio. La nostra storia inizia infatti nel 1890 (!!!) data in cui è stato approvato il testo unico in cui sono esplicati alcuni strumenti di misura legali che (udite, udite!) sono in parte ancora validi oggi.
Come potrete capire già da questa premessa, la normativa in materia è molto molto complessa e piena di lacune.
Proprio per questo, su consiglio tecnico di alcuni attivisti lombardi e dopo aver appreso alcuni elementi prima non troppo chiari da un’inchiesta pubblicata dalla giornalista Barbara Cataldi de “Il Salvagente” (magazine dei consumatori), abbiamo deciso di interrogare direttamente il Ministero dello Sviluppo economico (MISE) sul tema, durante un Question Time a risposta diretta in Commissione Attività Produttive.
Il contenuto del testo è chiaro e si divide in pochi ma più che diretti punti:
il Governo italiano non ha mai stabilito come debbano avvenire i controlli di routine previsti dalla legge sui contatori dell’energia elettrica. E’ mai possibile che non si siano ancora normati a distanza di 123 anni dalla prima legge in merito gli strumenti, le modalità e i soggetti “terzi” che dovrebbero occuparsi delle verifiche?
Visto il buco normativo, ENEL e gli altri operatori del libero mercato dell’energia hanno “colmato” il buco a modo loro diventando in pratica installatori dei contatori (che contribuiscono a produrre grazie ad alcune loro aziende partecipate che tanto per cambiare assemblano per la maggior parte in Cina), distributori del servizio (energia elettrica) e “controllori” (cioè verificano che i contatori non siano guasti o in errore).
In un’ottica di libero mercato, questo non dovrebbe chiamarsi CONFLITTO DI INTERESSI?
Alcune Camere di Commercio nella penisola (in particolare quella di Milano) durante alcuni controlli su utenti segnalati hanno notato come alcuni contatori elettronici siano privi delle marchiature metriche legali, non a causa di manomissione degli utenti ma perché non sono mai stati apposti al momento dell’assemblaggio.
Risultato: zero garanzie per l’utenza e possibilità da parte dell’erogatore del servizio di “modificare” a piacimento i dati dei consumi (non stiamo dicendo che è stato fatto naturalmente, ma in queste condizioni la possibilità ci sarebbe tutta…).
Come colmare tale lacuna? Nota dolente (come sempre più spesso accade): la risposta del Ministero è stata inconcludente.
In pratica il MISE ammette candidamente la sua impotenza a causa in particolare delle lacune normative e del fatto che abbia competenza in materia anche l’Autorità dell’Energia elettrica e Gas (Faccio io? Fai tu? Alla fine non fa nessuno).
Si sfiora il ridicolo quando si nega che la Camera di Commercio di Milano stia svolgendo verifiche sui contatori (come prova del contrario vi invitiamo a guardare la puntata di Mi Manda Rai Tre del 24/09/2013 sul tema). Le cose sono due: o si mente sapendo di mentire o le cose non si sanno (e nel caso in cui la risposta fosse la seconda, per un Ministero sarebbe inaccettabile!).
Si chiude con la comunicazione che il MISE “completerà il prima possibile” (anche se non è da sapere quando) il quadro normativo con un decreto. Sottolineiamo che non si sa quando questo decreto verrà presentato e dal tono della risposta non è detto che il soggetto verificatore sia terzo o meno.
Sappiamo che l’Associazione CODICI (Centro per i Diritti del Cittadino) ha aperto sul suo sito una campagna per una Class Action sul tema. Iniziativa lodevole che ci sentiamo di appoggiare in pieno.
Il discorso naturalmente non finisce qui… Attendiamo il decreto (ministeriale, legge o legislativo che sia) e lo spulceremo in modo da colpire punto su punto.
Quindi, occhi aperti!
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